People


Si avvicina un po’ impacciato. Mette un piede sul piccolo gradino, si china in avanti. Sembra che stia controllando se davvero è tutto acceso e funziona. Appoggia il bastone di fianco, sul muro, si toglie il cappello e ce lo mette sopra. Indossa abiti di ottima fattura, ma sono lisi e si vede. Tanto. Però il colletto della camicia, consumato quanto si vuole, è candido, e si vede anche quello. Cerca, con calma, nella tasca del cappotto.  Tira fuori un portafoglio enorme, sformato, di un bel cuoio scuro. Chiuso con la fibbia. La apre in modo malfermo, cerca e fruga, e trova la scheda magnetica, la guarda, la gira, finchè non è sicuro che sia messa nel verso giusto. La inserisce attentamente nella fessura, usando tutte e due le mani. Digita il codice molto concentrato, battendo dall’alto, e a ogni schermata successiva si ferma a leggere prima di proseguire. A un certo punto si blocca, aspetta, e sembra pensarci su. Poi scuote piano la testa, e preme altri pulsanti. Sempre molto lentamente.


Una ragazza dall’aria infastidita, che sta aspettando insieme a me, comincia a scrivere un SMS in modo nervoso. Mi colpisce il contrasto tra il muoversi pacato delle dita del vecchio, e il balletto frenetico sulla tastiera del cellulare. Ma adesso lui ha finito, prende le banconote e il tesserino, e con un mezzo sorriso di scusa si scosta. Sorrido a mia volta, e non mi avvicino subito, per lasciargli il tempo di rimettersi il cappello e prendere il bastone. La ragazza sbuffa, apposta, in modo da farsi sentire. Io arrivo davanti allo schermo, e mi accorgo che lo scontrino dell’operazione precedente è rimasto lì. Lo leggo. Prelievo, venti euro. Saldo residuo, trentacinque euro. E’ il dieci del mese. Non sorrido più.

Pensiero del giorno: “Non posso guardare”
(Obi-Wan Kenobi, “Revenge Of The Sith”, 2005)

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9 Responses to People

  1. Ossimorosa says:

    Credo cha a quel punto avrei odiato tantissimo la ragazza. Così, un po' a caso un po' no.

    Ciò che so per certo è che vorrei fare tante cose, però mi sento così impotente; avrei sorriso anche io, con una gran voglia di picchiare qualcuno.


    (gran rientro)

  2. settantasette says:

    Ossy, la dignità delle persone anziane, a volte, può essere immensa. Dire che, personalmente, mi fa sentire inadeguato è poco. So che mi capisci (ti leggo sempre, che ti credi?)

  3. IndianoDiBombay says:

    e qui non c'è proprio nulla da dire

  4. catopedro says:

    mamma mia che post.

    complimenti.

  5. settantasette says:

    @Indiano, cato: ossequi e inchini a voi.


    (Diciamo che piccoli momenti come quello meritano di essere "fermati" scrivendone)

  6. lapsuscalami says:

    Caro vicino di casa, l'ho letto proprio poco dopo che l'hai scritto ma ho lasciato il pensiero là come mi è venuto. Poi, vedendo che non sfumava, allora lo riporto proprio come mi è venuto: che mazzata.

    Si intuiva dove andava a parare ma speravo non così male.

    Che dire, quando uno finisce a guardare anno zero per sentirsi meglio perchè c'è qualcuno che sta peggio di lui, credo si possa dire senza timore di smentita che stiamo grattando il fondo del barile e l'ottimisimo, se qualcuno mi può dare una mano, lo ficcherei con una certa gioiosa virulenza su per il culo (magari di traverso, che forse fa un pelo più fastidio) del nano Gongolo e agli altri nani amichetti suoi.

    Anche i nemichetti, dai, tanto per non sbagliare.

  7. settantasette says:

    Eh.

    Visto che concordo, evidentemente siamo noi i responsabili della crisi.

    Noi che ci preoccupiamo, che pensiamo, che ci indignamo, invece di andare in giro a consumare spendendo soldi che non ci sono (eccheccazzo, una bella rateizzazione in trecento mesi, che ci vuole, siamo proprio stronzi), il tutto con un sorriso ebete e telegenico sulle nostre facce da imbecilli.


    Cristo di un Dio.

  8. lapsuscalami says:

    Sai, se mai arriverà (e giuro che non so davvero se augurarmelo o no) il giorno in cui non si dovrà più far finta di essere in democrazia e potrò seguire lo spirito guerrier ch'entro mi rugge senza dover lottare con questo mondo che vorrebbe farmi vivere un vita di quieta disperazione, beota e inconsapevole, in quell'ipotetico giorno, quando non sarò più chiamata "buon carattere" perchè non faccio finta di tollerare tutti, in quel preciso giorno, dicevo, saprò bene - come lo so ora - quali sono i miei nemici e penserò questo:

    domani nella battaglia pensa a me

    e cada la tua spada senza filo. (...) Che io pesi domani sulla tua anima, che io sia piombo dentro il tuo petto e finiscano i tuoi giorni in sanguinosa battaglia.

    Domani nella battaglia pensa a me, dispera e muori.


  9. settantasette says:

    Trovo sublime, e strepitosamente destrutturante, citare "The Bard" nei commenti di un blog ;)


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